Un nuovo complesso residenziale nel cuore liberty di Cit Turin con porte di carattere

Lo Studio Neirotti ha appena concluso un nuovo edificio residenziale in Cit Turin, Alpi CT20, in corrispondenza dell’incrocio tra via Abate Vassalli Eandi e via delle Alpi. L’edificio sostituisce due corpi di fabbrica adiacenti, il primo risalente  al 1932 e il secondo al 1953 e sorge in una zona, che ha come punto focale Piazza Benefica ed è circondato da notevoli esempi di Liberty torinese, tra cui spiccano  il “Villino Raby” (1901), “Casa la Fleur” (1902) e “Casa Maciotta” (1904) progettate da Pietro Fenoglio (1865-1927), uno dei maggiori esponenti dello stile Liberty italiano a cavallo tra il XIX e XX sec. Dinanzi ad Alpi CT20 sorge “Casa Ina” progettata nel 1909 dallo stesso Fenoglio, mentre lungo il prospetto est dell’area si trova Casa Baravalle, opera dell’architetto Annibale Rigotti del 1902, riconoscibile per le pareti azzurre e le decorazioni geometriche e sobrie, simbolo del passaggio al successivo stile Decò.

L’idea progettuale di partenza di Alpi CT20 è stata finalizzata a concepire un edificio pensato in chiave contemporanea che sapesse ricreare una continuità materica e formale con gli immobili confinanti su via delle Alpi e via Vassalli Eandi con i quali necessariamente sarebbe andato a dialogare. Altro obiettivo del progetto è stato quello di evidenziare la continuità del cornicione  lungo i fronti sulle vie pubbliche. L’edificio inoltre riprende il rosso mattone su via Vassalli con una facciata a parete ventilata in alluminio effetto cor-ten e il beige travertino con la facciata a cappotto intonacata su via delle Alpi. Il nuovo complesso fa compenetrare i due fronti sull’angolo del lotto in modo articolato affinché i volumi allineati sulle due vie si uniscano in una sorta di “abbraccio compositivo” in grado di generare un nuovo punto di riferimento visivo per la zona ed accentuare l’incrocio tra le vie. Bow-window, balconi e imbotti aggettanti movimentano le due facciate secondo un “disordine controllato”  in modo da conferire una continuità visiva con gli elementi aggettanti caratterizzanti gli edifici limitrofi.Le vetrate dei bow-window corrispondono alle aree di soggiorno che in tal modo assumono la connotazione di occhio sulla città. Dal marciapiede si scorge l’area verde interna attraverso il portone carraio e le aperture del piano pilotis di via delle Alpi.

Gli ambienti interni a partire dalla hall di ingresso si contraddistinguono per la particolare attenzione riposta nel dialogo che instaurano con l’esterno: l’atrio d’ingresso, posizionato sulla porzione d’angolo dell’edificio prospettante sulla via pubblica è stato concepito per assumere un ruolo a scala urbana divenendo un nuovo punto di riferimento visivo del quartiere attraverso l’accentuazione della permeabilità tra spazio pubblico esterno e spazio privato interno. Per quanto concerne gli appartamenti il tema del dialogo con l’esterno è stato sviluppato con particolare cura, sfruttando i bow-window come cannocchiali visivi verso il contesto che circonda il fabbricato. Come emerge dalla pianta tipo del piano secondo e dalle viste degli ambienti interni tali spazi sono stati collocati prevalentemente in corrispondenza delle zone giorno al fine di implementarne la superficie e il dialogo visivo interno-esterno oltre che alla luminosità degli ambienti domestici. Il confort ambientale degli alloggi risponde ad esigenze di elevata qualità: tutte le unità immobiliari sono state classificate in classe energetica A4. Questo risultato è stato reso possibile grazie all’installazione di un’impiantistica all’avanguardia controllata dal sistema domotico in cui collaborano simultaneamente le sonde geotermiche verticali, le pompe di calore, l’impianto fotovoltaico, l’impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore e l’impianto di riscaldamento e condizionamento con pannelli radianti a soffitto.

Negli interni sono state installate porte raso muro a tutta altezza in vetro della Garofoli.

Nei nostri progetti di interni le porte si connotano come protagoniste dello spazio che le circonda con dimensioni importanti quasi fuoriscala e con finiture che caratterizzano la loro presenza nell’ambiente circostante oppure si dileguano nella parete che le accoglie, segnalate dal profilo del loro contorno.”, racconta l’ingegner Vittorio Neirotti titolare dello studio con Chiara Bordogna ed Elena Neirotti. Gli interni dei palazzi antichi ci colpiscono per la ricchezza delle decorazioni, delle cornici in stucco all’imposta dei soffitti e delle zoccolature alle pareti: tuttavia, al di là della decorazione, si manifesta con gran forza la geometria rigorosa delle pareti, dei pavimenti e dei soffitti e le stesse porte si configurano come parti a tutta altezza delle pareti con sopraluce decorati; quando invece la porta non è di collegamento fra stanze di pari dignità ma costituisce accesso secondario se ne maschera la presenza che a questo punto si limita al suo profilo riportato sulla parete che la contiene. Questi due tipi di aperture sono oggi riprese con una tecnologia raffinata fatta di pannellature a tutta altezza in legni di pregio, in vetro e in alluminio e assumono la funzione di protagonista nella definizione degli interni oppure di porte dalle finiture altrettanto raffinate ma trattate superficialmente come le pareti nelle quali sono inserite sino a farle scomparire. Chi ha l’età per ricordare la trasmissione televisiva di Carosello ricorda sicuramente l’omino Bialetti rappresentato da un profilo che si muoveva su una linea retta: allo stesso modo le banali porte dell’edilizia commerciale sono simili a tanti rettangoli usciti dalla linea retta del pavimento senza una logica percepibile. Ricordo con affetto l’omino della Bialetti mentre detesto le porte che escono dall’orizzonte del pavimento senza carattere”.

 

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